LA POLIPECTOMIA ENDOSCOPICA

 

La polipectomia è la tecnica che permette di resecare i polipi in corso di un esame endoscopico.

 

Essa consente di tagliare il polipo, durante la seduta endoscopica, utilizzando un’ansa appropriata: ansa per polipectomia. E’ una specie di cappio a filo metallico, attraverso il quale passa la corrente elettrica trasmessa da un elettrobisturi. La corrente erogata può essere di coagulo (corrente che coagula i tessuti), di taglio (corrente che taglia i tessuti) o mista. I moderni elettrobisturi hanno un sistema computerizzato che emette una corrente cosi detta ”intelligente”, in quanto alterna automaticamente la corrente di coagulo e di taglio, in base al tipo di trattamento endoscopico impostato da eseguire.

La polipectomia endoscopica viene eseguita dopo aver introdotto l’ansa da polipectomia nel canale operativo dello strumento endoscopico.

L’endoscopio è quello strumento che permette la visione dettagliata della superficie interna dei visceri, tramite una telecamera posta sulla punta dello strumento (videoendoscopio); la visualizzazione è permessa tramite l’invio di luce e l’introduzione di aria effettuate dallo strumento endoscopico e graduate dall’operatore in base alla procedura; la telecamera posta all’apice dello strumento trasmette i segnali al videoprocessore che le elabora e le riproduce  sotto forma di immagini  sul monitor.

L’ansa da polipectomia è fornita di un manico che comanda l’apertura e chiusura della stessa, controllata da un assistente endoscopista esperto o da personale qualificato; sul suo manico c’è un innesto per il collegamento all’elettrobisturi che consente il passaggio della corrente necessaria alla procedura in atto.  La corrente erogata consente al cappio dell’ansa metallica di resecare comodamente il tessuto mucoso (taglio), effettuando anche un contemporaneo controllo emostatico dello stesso (coagulo), evitando complicanze emorragiche.

I polipi peduncolati (sporgenti dalla superficie mucosa) sono facilmente trattati con il cappio dell’ansa  metallica che reseca il peduncolo stesso alla base della testa del polipo; i polipi sessili (ad ampia base di impianto sulla superficie mucosa)  o piatti  necessitano una preparazione preliminare prima della resezione.

E’ opportuno infiltrare la mucosa sottostante e circostante il polipo tramite un catetere ad ago con soluzione idrosalina ed adrenalina diluita (tecnica del lifting, vedasi figura), formando così un ponfo che scolla la mucosa dal tessuto sottostante. Tale tecnica consente una emostasi più sicura ed una resezione più ampia intorno alla lesione, senza coinvolgere nel taglio i tessuti sottostanti la mucosa; in sostanza riduce le possibili complicanze insite nella procedura.

 

Tecnica del lifting

 

La rimozione dei polipi di dimensioni superiori a 3 cm, oltre ad una notevole esperienza dell’operatore, richiede un approccio calibrato in base alla morfologia delle lesione (se è o meno presente qualche forma di peduncolo); prevede in via preliminare, di effettuare a scopo emostatico od una infiltrazione alla base o la applicazione di un laccio (detto endoloop) e poi procedere alla rimozione per frammenti (procedura “step by step”). Alla fine si procede al recupero dei frammenti mediante un retino (accessorio particolare che permette di recuperare tutti i frammenti e di portarli all’esterno).

Al termine della polipectomia il Gastoenterologo Endoscopista  provvederà al recupero del polipo resecato per una valutazione anatomopatologica.

La polipectomia endoscopica, come tutte le metodiche medico-chirurgiche,  non è esente da rischi o complicanze. L’evoluzione tecnologica dei colonscopi, lo sviluppo di accessori sofisticati e l’affinamento delle tecniche di rimozione dei polipi hanno ridotto notevolmente la percentuale di complicanze correlate alla polipectomia. In mani esperte insorgono solo in corso di manovre tecnicamente complesse durante colonscopia.

Possono verificarsi in meno di un caso su 100 procedure endoscopiche; si tratta di sanguinamenti , di fessurazioni con perforazioni e della sindrome post polipectomia:

  • Sanguinamento: a seguito della polipectomia può seguire un sanguinamento immediato, legato alla tecnica, o tardivo per caduta dell’escara elettrica (il coagulo che si forma nella sede del taglio); in genere è minimo ed autolimitantesi. In tutti i casi di emorragia precoce si può intervenire immediatamente con varie metodiche in base al grado di sanguinamento, in modo da ottenere l’emostasi immediata: infiltrazione alla base di soluzione con adrenalina, incarceramento del peduncolo con l’ansa per alcuni minuti, posizionamento di un endoloop alla base del peduncolo, applicazione di clip metalliche (un accessorio capace di pinzare il vaso sanguinante arrestando l’emorragia).
  • Fissurazione e perforazione: possono verificarsi sia  in corso di colonscopia diagnostica che operativa. [1]Necessitano di immediato approccio chirurgico.
  • Sindrome post polipectomia: l’utilizzo dell’ansa diatermica e l’effetto cauterizzativo indotto dal passaggio di corrente in corso di polipectomia, possono causare una irritazione della parete sierosa del colon, in particolare del colon destro dove la parete è molto sottile. Possono comparire dolore addominale localizzato, febbre ed aumento dei globuli bianchi ad un eventuale esame del sangue. In genere il riposo domiciliare ed una terapia antibiotica orale sono sufficienti; la terapia chirurgica va riservata ai casi in cui si ha un rapido peggioramento del quadro clinico sintomatologico.

 

 

 

 


[1] Dott  Basilico Mauro Via Val Maira 14 Milano



Pubblicato in: Endoscopia

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